IMMERSIONE NEL MONDO DEL MIMETISMO: L'ARTE DELLA DISSIMULAZIONE - Lustrica Diving
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11 Aprile 2024

IMMERSIONE NEL MONDO DEL MIMETISMO: L’ARTE DELLA DISSIMULAZIONE

Benvenuti esploratori del blu profondo! Oggi voglio tirare fuori il naturalista che è in me e, in occasione della giornata mondiale del colore, vi porterò alla scoperta di una delle strategie più affascinanti e misteriose della natura: il mimetismo.
In questo articolo vi abbiamo parlato dell’uso del colore nelle creature marine ma quello che riescono a fare avvalendosi di questa strategia è davvero magico.
Il mimetismo è un fenomeno che va oltre la semplice imitazione, è una tattica adottata da numerose creature, marine e terrestri, per sopravvivere e prosperare nel proprio ambiente. Attraverso l’uso di colori, forme e comportamenti straordinari, le creature ci svelano un mondo di ingegno e adattamento, dove l’illusione diventa un’arma formidabile contro i predatori ma anche un mezzo per conquistare le prede. 

Mentre alcune creature abbracciano l’arte della dissimulazione mimetizzandosi perfettamente con il loro ambiente, altre scelgono una via diversa, sfoggiando colori sgargianti e disegni audaci per mettersi in mostra o mettere in guardia i potenziali predatori. È un gioco di contrasti e strategie, dove il mimetismo e l’esibizione si intrecciano nella danza infinita della vita marina.

Sei pronto ad immergerti in un mondo affascinante dove l’arte del mimetismo regna sovrana?

IL MIMETISMO: SIGNIFICATO

Il mimetismo rappresenta una strategia adottata da numerose specie per confondersi con l’ambiente circostante o con altri organismi, allo scopo di sfuggire ai predatori o mimetizzarsi tra le prede stesse. È un’abilità evolutiva che ha dato vita a una miriade di adattamenti sorprendenti anche nel mondo marino, dove la sopravvivenza è una questione di ingegno e adattamento.

TIPI DI MIMETISMO

In natura esistono diversi tipi di mimetismo che possiamo dividere in due grandi gruppi: mimetismo criptico e mimetismo fanerico.
Nel mimetismo criptico un organismo riesce a camuffarsi con l’ambiente circostante cercando uno sfondo quanto più simile possibile alla sua livrea o riuscendo a variare la propria colorazione al variare di quella circostante. L’individuo riesce a riprodurre, oltre al colore, anche forme, disegni e comportamento tali da permettergli di ingannare le prede o sfuggire alla vista di potenziali predatori.
Nel mimetismo fanerico invece avviene l’esatto opposto: l’animale assume delle colorazioni molto vistose per segnalare la sua tossicità, vera o falsa che sia. E si, anche gli animali sanno dire le bugie, anche se a fin di bene: il loro! 

MIMETISMO CRIPTICO

Il mimetismo criptico può essere di 3 tipi, che possono anche essere utilizzati contemporaneamente dallo stesso animale:

  • Omomorfico
  • Omocromico
  • Camouflage

Nel mimetismo omomorfico l’animale imita la forma di elementi presenti nell’ambiente; un esempio può essere il cavalluccio marino tropicale o il pesce ago, tipico delle nostre acque usticesi.
Il pesce ago cavallino (Syngnatus Thiphle), con il suo corpo allungato e le piccole pinne ondulate, si confonde per forma, colore e comportamento tra le foglie della posidonia, diventando quasi invisibile agli occhi dei predatori. 

Tra le creature più affascinanti che si confondono con l’ambiente circostante ci sono lo scorfano (Scorpaena scrofa) e il pesce pietra (Synanceia verrucosa), capaci di mimetizzarsi con le rocce e i detriti marini. Ti parleremo più avanti in maniera più approfondita di questi animali.

Nel mimetismo omocromico invece il soggetto riprende la colorazione del substrato per rendersi irriconoscibile; la tinta assunta può essere permanente, come ad esempio per nudibranco Doride Argo, oppure temporanea come per i polpi.

Ma questi non sono gli unici maestri dell’illusione: la stella marina Astropecten (Astropecten irregularis) e alcuni pesci, come sogliole, rombi e razze si camuffano (Camouflage) con il fondale ricoprendosi con strati di sabbia.
Ma anche alcuni ricci o granchi si nascondono ricoprendosi con alghe, sassolini o conchiglie.

Approfondiamo insieme alcune delle specie che possiamo osservare più spesso durante le nostre immersioni ad Ustica.

I MAGHI DEL TRAVESTIMENTO: I CEFALOPODI

Ovviamente se pensiamo al mimetismo marino l’esempio che ci viene subito in mente sono i Molluschi Cefalopodi (calamari, seppie, polpi, ecc…): questi riescono a cambiare colore anche molto rapidamente per riprodurre le tinte e le forme a loro circostanti. Infatti possiedono delle cellule pigmentate sulla superficie del corpo, dette cromatofori, che grazie ad una complessa coordinazione nervosa con l’occhio, sono responsabili del mutamento di colore. Ad avvalorare questa tesi è stato provato che un animale accecato non è più in grado di cambiare colore. Nelle nostre immersioni ad Ustica è più facile incontrare queste specie sopratutto di notte anche se è di giorno che riusciamo ad apprezzare maggiormente il loro cambio di colore!
Il polpo comune (Octopus vulgaris) ci mostra il suo talento nel cambiare colore e forma per sfuggire ai predatori o per cacciare le prede. Questo scaltro animale riesce a mutare anche la propria pelle creando delle grinze che gli permettono di assomigliare ancora meglio al fondale. I suoi movimenti fluidi e i cromatismi mutevoli ci lasciano senza fiato, mentre ci addentriamo nel regno degli inganni.

Lo sapevi inoltre che il polpo sogna e cambia colore mentre dorme? Leggi il nostro articolo su come dormono i pesci.

Un altro pesce che possiamo ammirare in tutte le nostre immersioni ad Ustica e si avvale dell’uso dei cromatofori è la cernia. È stato osservato che questi pesci cambiano colore in base al loro umore: come noi umani provano infatti paura e rabbia, ma danno il meglio di loro durante il corteggiamento. Dedicheremo alla cernia un articolo tutto per lei!

LA DANZA DELLE SEPPIE

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E che dire delle seppie (Sepiidae)? Con il loro mantello adattabile queste creature abili nel mimetismo si fondono con l’ambiente circostante, diventando invisibili agli occhi dei predatori. Ma non lasciatevi ingannare dalla loro apparente fragilità: sono predatori astuti, pronti a cogliere ogni opportunità. Come i polpi hanno un’arma segreta quando si tratta di scappare da un predatore: emettono un getto di liquido scuro entro il quale nascondersi o innescare una fuga fulminea! Spesso a punta Galera si possono scorgere delle timide seppioline che cercano di confondersi tra i ciottoli del fondale: impossibile non fermarsi a giocare con loro! E non ditemi che le vedete già nel piatto!

IL CAMUFFAMENTO DEI CROSTACEI

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Un altro esempio di mimetismo criptico marino è rappresentato dai crostacei: molti di loro infatti si fanno crescere addosso piante e animali sedentari (Briozoi, Idrozoi, Anellidi Tubicoli, Spugne) che li aiutano a confondersi col substrato dove vivono. Alcuni di loro, come il granchio facchino (Dromia Personata), tagliano delle spugne e le tengono sul loro carapace con le ultime due zampe posteriori.
Quanti di voi hanno visto una granceola (Maja squinado) immobile su una roccia o un granchio facchino sulla volta di una grotta? Se non si fossero mossi probabilmente non ti saresti nemmeno accorto di loro!

LO SCORFANO:PAZIENTE PREDATORE MASCHERATO

Fa parte del mimetismo criptico anche lo scorfano: oltre alla sua colorazione mimetica ha anche delle appendici che lo rendono molto simile alla vegetazione, confondendo così le ignare prede. Questo pesce è campione di pazienza: è in grado infatti di rimanere immobile per moltissimo tempo aspettando la sua preda comodamente appollaiato e sferrando poi un attacco fulmineo! 

GLI IPNOTIZZANTI CORALLI

Ma non sono solo gli animali che nuotano a padroneggiare l’arte del mimetismo. Anche le anemoni (Actiniaria), sfruttano colori e forme, molto simili a quella delle alghe, per mimetizzarsi con il substrato roccioso, offrendo rifugio e protezione a numerosi organismi. Sui loro tentacoli presentano delle cellule urticanti, cnidocisti, che ,se sfiorate, rilasciano un veleno in grado di immobilizzare piccole prede ma anche di provocare ustioni fastidiose all’uomo. Ci sono diversi pesci che invece sono immuni al veleno e anzi trovano riparo all’interno di questi animali.

MIMETISMO DA CONTRO-OMBREGGIATURA

Hai mai fatto caso alla colorazione di molti pesci, sopratutto quelli pelagici?  Questi hanno una caratteristica una colorazione più chiara nella regione ventrale così, se osservato da sotto, si confonde con l’illuminazione che viene dall’alto e una colorazione più scura in quella dorsale che gli permette di confondersi con il colore scuro dell’acqua profonda se visto dall’alto.
La colorazione azzurra invece di altri pesci è utile a confonderli tra le onde. 

TUTTI INSIEME PER CONFONDERE IL NEMICO

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Ti sei mai chiesto perché alcuni pesci, solitamente le prede, formano dei gruppi? Questo è un meccanismo difensivo per confondere il predatore e “l’incantesimo” riesce meglio se le prede hanno delle colorazioni che rendono quasi indistinguibili le singole parti del corpo, proprio come fanno i saraghi con la loro colorazione a strisce.
Le strisce sul corpo del pesce interrompono la sua sagoma e lo rendono meno visibile nell’ambiente in cui vive. Questo tipo di mimetismo impedisce all’osservatore di vedere con precisione la forma e le dimensioni dell’animale mimetizzato ed, eventualmente, il numero di soggetti all’interno di un branco, come accade anche nei branchi di zebre.

DISTOGLI L’ATTENZIONE PER AVERE SALVE LE PINNE

Ci sono poi dei pesci che hanno delle macchie oculari in corrispondenza della coda per ingannare il predatore: solitamente questo attacca la preda da davanti per bloccare la sua fuga e colpirla subito nelle parti vitali. Con questo stratagemma invece la preda potrebbe avere una possibilità in più di salvarsi, scappando dal predatore senza nemmeno voltarsi indietro. Questo è quello che fanno, ad esempio, le occhiate (Oblada melanura). 

MIMETISMO FANERICO

Come già detto, la caratteristica di questo tipo di mimetismo è il mettersi in mostra delle specie, cosa che sfruttano per segnalare la loro pericolosità o per simularla.
Ma vediamo qualche coraggioso esempio.

Vi sarà capitato di vedere dei pesci pulitori che ripuliscono appunto l’ospite da parassiti e residui di cibo. Questi pesciolini solitamente si rendono riconoscibili per non diventare delle prede assumendo delle livree molto vivaci; addirittura se sono affamati si posizionano nel punto designato dove offrire i loro servigi e, pur di farsi vedere, si mettono letteralmente a ballare una specie di danza d’invito. Chi ha bisogno di una bella pulitina però non deve farsi ingannare da quei pesci (Aspidontus taeniatus) che imitano i pesci pulitori e poi attaccano le parti molli del malcapitato pesce.

LE MILLE TAVOLOZZE DI COLORI DEI NUDIBRANCHI

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Cratena

Un’attenzione particolare va data ai Nudibranchi: la loro evoluzione li ha portati ad un’ampia varietà di forme e colori sia a scopo mimetico che difensivo. Questi splendidi esserini nascono indifesi ma si cibano di Cnidari, come gli anemoni di mare, che hanno delle cellule urticanti. I nudibranchi hanno sviluppato un’immunità nei confronti del veleno e, come se non bastasse, sono in grado di usare le cellule urticanti delle loro prede portandole sul dorso e sulle loro appendici, diventando velenosi a loro volta. Quando si dice “digerisce anche i sassi!”
I colori sgargianti dei nudibranchi sono quindi solitamente un avvertimento per i predatori della loro velenosità, come ad esempio le flabelline o le cratene. Ma c’è anche chi usa la propria colorazione per confondersi con il substrato come il Doride argo.

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Abbiamo visto che mentre alcune creature abbracciano l’arte della dissimulazione mimetizzandosi perfettamente con il loro ambiente, altre scelgono una via diversa, sfoggiando colori sgargianti e disegni audaci per mettersi in mostra o mettere in guardia i potenziali predatori. È un gioco di contrasti e strategie, dove il mimetismo e l’esibizione si intrecciano nella danza infinita della vita marina.
Il mimetismo nel mondo marino si manifesta in una varietà sorprendente di forme e colori, che vanno oltre la mera bellezza visiva. Esso rivela un adattamento evolutivo straordinario, dove l’inganno diventa un’arma di difesa e di predazione.


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