Origini dell’isola vulcanica di Ustica | Com’è nata Ustica
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COM'È NATA USTICA



Ustica ha la peculiarità di essere l’unica isola di origine anorogenica del Mar Tirreno Meridionale: i suoi magmi non derivano dalla fusione di pezzi di crosta in subduzione, ma risalgono direttamente dalle profondità del mantello terrestre. Ciò la rende molto simile all’Etna e alle Hawaii, destando l’interesse di molti studiosi di Scienze della Terra che hanno così la possibilità di osservare una grande varietà di rocce vulcaniche in totale sicurezza e facilità. La storia naturale di Ustica inizia un milione di anni fa quando la crosta terrestre “stirandosi” e fratturandosi portò alla risalita di magma fuso che, grazie a ripetute eruzioni subacquee, cominciò ad edificarsi sul fondo del Tirreno.

 

Per centinaia di anni l’attività vulcanica si svolse sott’acqua con eruzioni alterne, sia lente e tranquille che violente. Una volta emersa dal mare, venne modellata da agenti atmosferici e dal mare stesso fino a quando la sua attività vulcanica cessò. Ancora al giorno d'oggi è visibile il primo vulcano dell’isola in zona Monte Guardia dei Turchi che costituisce, ancora, il maggior rilievo dell’isola con i suoi 248 m sul livello del mare. Una volta cessata l’attività di questo vulcano si formò il Monte Costa del Fallo, sulla costa occidentale dell’isola, considerato il secondo dell’isola con eruzioni decisamente più violente del precedente, caratterizzate da potenti esplosioni che producevano depositi di ceneri e tufi.


Ma anche questo vulcano cessò la sua attività e il magma si aprì un altro varco sul fianco Sud – Occidentale del Monte. Da qui l’attività del “vulcano Ustica” ebbe un lungo periodo di stasi che provocò la trasformazione del magma da basico e fluido ad acido e viscoso, predisponendolo ad eruzioni esplosive e quindi molto violente (dette sub pliniane). In seguito a queste forti eruzioni la camera magmatica si svuotò e ciò provocò il collasso dei condotti in zona Tramontana facendo abbassare tutta la zona settentrionale dell’isola. Altri eventi minori si susseguirono producendo piroclastiti nere utilizzate dall’uomo per attività costruttive. L’isola fu poi sommersa in seguito allo scioglimento dei ghiacci polari. Ciò provocò la formazione di terrazzamenti che tornarono ad essere emersi, lasciando esposti sedimenti marini ancora oggi visibili. L’ultima grande eruzione si ebbe circa 130.000 anni fa: una serie di eruzioni esplosive andò a costituire il cono di tufi della Falconiera che collassò poi in mare, rimanendo ad oggi l’unico cratere vulcanico facilmente riconoscibile.




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